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La previdenza privata (3° pilastro) ha molti vantaggi e tuttavia spesso si preferisce utilizzare il denaro a disposizione non per la previdenza ma per altre cose: la famiglia, un anno sabbatico, un corso di perfezionamento. Ma ecco la novità: il pilastro 3a diventa più flessibile e dal 2026 saranno possibili anche riscatti, ovvero versamenti contributivi con effetto retroattivo.
In altre parole, chi in un anno non è riuscito a esaurire l'importo massimo ammesso per i contributi può recuperare in futuro. Per sapere come funziona e quali sono le condizioni, continuate a leggere.
Da quando sarà possibile effettuare riscatti nel pilastro 3a?
Finora, chi in un determinato anno non sfruttava interamente l'importo massimo ammesso per i versamenti in una soluzione 3a, non aveva più la possibilità di "recuperare" versando successivamente la differenza e questo portava ad avere lacune contributive. Il 6 novembre 2024 il Consiglio federale ha introdotto delle modifiche legislative che consentono, a determinate condizioni, di effettuare i versamenti anche in un secondo momento.
L'adeguamento di legge è entrato in vigore il 1° gennaio 2025, tuttavia questo tipo di riscatto nel pilastro 3a sarà possibile solo a partire dall'anno fiscale 2026.
Quali condizioni devono essere soddisfatte?
Per approfittare di questa nuova flessibilità del 3° pilastro occorre che siano soddisfatte alcune condizioni:
- Reddito da lavoro soggetto ad AVS: può effettuare questi versamenti solo chi percepisce un reddito soggetto all'AVS nell'anno corrispondente. Chi in un determinato anno non ha percepito alcun reddito – perché ha preso un anno sabbatico, ha seguito corsi di formazione, ha beneficiato di un congedo parentale o del pensionamento anticipato – non ha accesso a questa possibilità, almeno per quell'anno.
- Lacune contributive dal 2025: la possibilità di versamento retroattivo è ammessa solo se si tratta di riscattare le lacune contributive insorte a partire dal 2025. Chi ha lacune contributive per gli anni precedenti non può più colmarle.
- Retroattività limitata a 10 anni: è possibile compensare le lacune contributive al massimo degli ultimi 10 anni. Ciò significa che chi non ha versato il massimo dei contributi per il 2025, ha tempo solo fino al 2035 per recuperare.
- Importo residuo come limite massimo: per ogni anno è possibile versare solo la differenza tra l'importo effettivamente versato e l'importo massimo ammesso. Questo vale sia per i lavoratori dipendenti che per i lavoratori indipendenti senza cassa pensioni, anche se per questi ultimi i riscatti non possono superare l'importo massimo ammesso (CHF 7258.– nel 2025).
- Occorre prima esaurire l'importo massimo ammesso: prima di riscattare i contributi per gli anni precedenti occorre aver esaurito il massimo contributivo 3a ammesso per l'anno in corso.
- Recuperare più anni con un unico riscatto: un singolo versamento può riscattare un solo anno contributivo. Questo significa che l'importo versato non può coprire più anni.
- Riscatti dopo il pensionamento: non appena si iniziano a percepire prestazioni di vecchiaia del pilastro 3a, cessa la possibilità di effettuare riscatti. Se invece non si percepiscono ancora tali prestazioni, è possibile effettuare riscatti fino a cinque anni dopo il raggiungimento dell'età legale di riferimento.
Quali sono i vantaggi di un riscatto nel pilastro 3a?
A seconda della situazione individuale, i riscatti nel pilastro 3a presentano diversi vantaggi:
- Colmare lacune previdenziali: il versamento retroattivo consente di riscattare i versamenti precedentemente non effettuati nel pilastro 3a: chi in alcuni anni non ha versato abbastanza contributi ha la possibilità di rimpinguare il capitale della previdenza per la vecchiaia.
- Risparmio fiscale: l'importo del riscatto può essere dedotto dal reddito imponibile nell'anno in cui viene versato. Si tratta pertanto di un'agevolazione che interrompe la progressione fiscale e riduce anche il rischio di pagare troppe imposte: per tutta la sua durata, infatti, il pilastro 3a non è soggetto né all'imposta sul reddito e sul patrimonio né all'imposta preventiva.
- Sfruttare il potenziale di rendimento: chi investe i propri averi previdenziali ed effettua riscatti in una soluzione di investimento 3a, può ottenere rendimenti potenzialmente interessanti. Più soldi avete messo da parte, più alte sono le possibilità di guadagno.
- Flessibilità per le diverse situazioni individuali: la nuova possibilità di riscatto tiene conto delle nuove modalità di vita del mondo di oggi, quindi chi in alcuni anni guadagna di meno – ad esempio perché sceglie di occuparsi dei figli, studiare o lavorare a tempo parziale – ha ora la possibilità di versare meno contributi in questi anni per recuperare successivamente, quando avrà maggiore disponibilità economica, e riscattare quanto non versato in precedenza.
Come funzionano i riscatti nel pilastro 3a
Utilizziamo un esempio per spiegare come funzionano effettivamente i riscatti.
Nel 2025, Nora versa CHF 3500.– per la propria polizza previdenziale, ovvero un importo inferiore a quanto la legge le consentirebbe di fare (CHF 7258.–). Questo significa che per il 2025 avrà una lacuna contributiva di CHF 3758.–. Per colmarla, Nora può versare nel 2026 l'intero importo massimo per quell'anno e anche la differenza di CHF 3758.– per il 2025, sempre che abbia un reddito soggetto all'AVS sia per il 2025 che per il 2026. E può anche dedurre dall'imponibile sia i contributi ordinari del 2026 sia il riscatto, per un totale di CHF 11 016.–. Tuttavia, Nora non potrà più riscattare quanto non versato nel 2024 e negli anni precedenti.
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Anno |
Importo massimo (CHF) |
Versamento (CHF) |
Riscatto (CHF) |
Importo deducibile dall'imponibile (CHF) |
---|---|---|---|---|
2024 |
7056.– |
3500.– |
0 |
3500.– |
2025 |
7258.– |
3500.– |
0 |
3500.– |
2026 |
7258.– |
7258.– |
3758.– (per il 2025) |
11 016.– |
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