Divorzio e previdenza. 
È importante essere ben informati.

  • Dopo il divorzio occorre presentare all'AVS una domanda di splitting.
  • Per chi non è sposato è utile stipulare un contratto di concubinato per prevenire eventuali dissensi.
  • Per quanto riguarda il pagamento degli alimenti, i figli hanno sempre la priorità.
Improvvisamente ci si ritrova a dover badare a sé stessi. Non solo oggi ma anche nella futura vecchiaia. Perché un divorzio incide anche sulla tutela previdenziale e quindi sulla pensione. Informatevi per tempo ed evitate di incappare un domani in brutte sorprese.

La tempesta è passata, le acque si sono placate. Il timbro è stato apposto e il divorzio è definitivo. Questo è il momento giusto per presentare all'AVS una domanda di splitting. Lo splitting è fondamentale ai fini della pensione: i redditi conseguiti dai coniugi durante il matrimonio vengono infatti suddivisi in parti uguali e distribuiti tra i conti AVS degli ex coniugi. Il modulo per la domanda è disponibile sul sito della cassa di compensazione AVS competente.

Un aspetto importante a questo proposito è che, se avete ridotto il grado di occupazione per accudire i figli e percepite quindi un reddito più basso, anche la rendita AVS sarà ridimensionata. Di conseguenza è raccomandabile fare in modo di versare il contributo annuo minimo attualmente pari a CHF 514.– (dato aggiornato all'1.1.2024). E, se necessario, riscattare i contributi mancanti.

La promessa di invecchiare insieme non ha retto al passare del tempo e ora vivrete la pensione ognuno per conto proprio. Quando due coniugi divorziano gli averi della cassa pensioni vengono suddivisi in parti uguali tenendo conto anche degli interessi accumulati fino al momento del divorzio. Per la ripartizione degli averi della cassa pensioni in seguito a divorzio è determinante la durata del matrimonio, dal giorno delle nozze alla data di presentazione dell'istanza di divorzio. In caso di conguaglio, l'importo dovuto non viene versato al coniuge ricevente ma alla sua cassa pensioni. Se non ha una cassa pensioni, il versamento viene effettuato su un conto di libero passaggio, che può essere aperto in modo rapido e semplice presso la posta o una banca.
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Quando una coppia si divide vanno divisi anche i risparmi accumulati durante il matrimonio, compresi gli averi della previdenza privata. In questo caso è utile avere una convenzione matrimoniale che regolamenta tutto. In caso contrario, gli averi del 3° pilastro accumulati durante gli anni di matrimonio vengono divisi a metà, a meno che non sia stata concordata la separazione dei beni. Ma è anche possibile concordare un altro regime matrimoniale e rinunciare alla separazione dei beni.

La felicità non è più di casa, ma la casa c'è ancora. E quando si decide di divorziare la domanda centrale è: cosa fare dell'immobile comprato insieme? Un'opzione è quella di venderlo, l'altra è che uno degli ex coniugi continui ad abitarci. In quest'ultimo caso il coniuge che cambia casa deve essere indennizzato sulla base del valore attuale dell'immobile.

La situazione si fa più complessa se il mutuo per la casa di proprietà è ancora in corso perché, siccome entrambi i coniugi rispondono dell'ipoteca sottoscritta insieme, nel caso uno dei due non sia più in grado di pagare il mutuo, l'altro è tenuto a intervenire – anche se ha lasciato l'abitazione. Il contratto ipotecario, infatti, prosegue fino alla scadenza ordinaria a prescindere dal divorzio. Disdire l'ipoteca anticipatamente è possibile ma costoso: la commissione per l'estinzione anticipata, infatti, è sempre molto elevata.

Le questioni economiche pongono fine a molte amicizie – e purtroppo anche a molti matrimoni. Quasi sempre uno dei due coniugi guadagna di meno e investe più tempo nell'accudimento dei figli e della casa e, a compensazione di questo squilibrio, quando il matrimonio finisce è previsto il cosiddetto mantenimento. Il diritto al mantenimento spetta al coniuge (moglie o marito) che dopo il divorzio si trova in una situazione economicamente svantaggiata perché durante il matrimonio si è occupato dei figli, della casa e del cane e quindi ha rinunciato a lavorare o ha ridotto il grado di occupazione. Chi dei due è economicamente più forte aiuta quindi il più debole – con pagamenti mensili a copertura delle spese di sostentamento finché non viene raggiunta la parità economica. Ed entrambe le parti sono tenute a collaborare.  

In caso di divorzio con figli, il loro mantenimento è carico di entrambi i genitori. Questo vale anche in caso di separazione di una coppia non sposata. Il mantenimento dei figli minorenni è sempre prioritario e ha la precedenza su tutti gli altri interessi economici.

Per chi convive senza avere contratto matrimonio è consigliabile stipulare un contratto di concubinato che regolamenti l'eventuale separazione. Tale contratto può disciplinare i seguenti punti: 

  • suddivisione del patrimonio comune e compensazione di eventuali penalizzazioni a livello di AVS e cassa pensioni;
  • diritto di abitazione di uno dei due partner nella casa comune e relativi termini di disdetta; 
  • comproprietà e importi investiti per l'acquisto dell'abitazione;
  • inventario completo (chi ha apportato cosa);
  • ripartizione delle spese per la casa;
  • contributi di mantenimento del partner economicamente più forte al partner economicamente più debole;
  • contributi di mantenimento per i figli;
  • custodia dei figli comuni e diritto di visita;
  • disposizioni per il caso di morte ed eventualmente sottoscrizione di un'assicurazione di rischio per il caso decesso.

Al pari di una convenzione matrimoniale, anche il contratto di concubinato viene sostituito da un accordo di separazione.   

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Patrick, DIgital Specialist, Allianz Suisse
Geoffrey
Senior segment manager Previdenza e investimenti 
Geoffrey lavora nel settore assicurativo da oltre 20 anni ed è specializzato in tutte le questioni riguardanti le assicurazioni sulla vita e i prodotti d’investimento, in particolare previdenza e pianificazione della pensione. Geoffrey preferisce trascorrere il tempo libero in montagna o in paesi lontani.
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