Allianz Risk Barometer 2021: sul podio tre rischi collegati alla pandemia di Covid-19

  • Decimo sondaggio di Allianz Global Corporate & Specialty: interruzione di esercizio, pandemia e sinistri informatici sono i tre rischi più temuti dalle aziende per il 2021, sia in Svizzera che a livello mondiale.
  • Il rischio pandemia sale dal 17° al 2° posto nella classifica globale e dal 14° al 3° in Svizzera. La pandemia è considerata la prima possibile causa di interruzione di esercizio nel 2021.
  • Conseguenze della pandemia: le imprese vogliono ridurre i rischi nelle catene di approvvigionamento e rafforzare il Business Continuity Management per gli eventi estremi.
Wallisellen, 19 gennaio 2021 – Sul podio dell’Allianz Risk Barometer 2021, il decimo condotto finora, tre rischi strettamente legati alla pandemia di Covid-19, che evidenziano le potenziali perdite e difficoltà cui le aziende vanno incontro a seguito del Coronavirus. Interruzione di esercizio (al primo posto con il 58% delle risposte) e sinistri informatici (secondo posto, 56%) sono i rischi più temuti quest’anno in Svizzera, seguiti a ruota dal rischio pandemia (terzo posto con il 48% delle risposte). Il sondaggio annuale di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) ha raccolto le valutazioni di 2769 esperti di 92 Paesi, tra cui amministratori delegati, gestori del rischio, broker ed esperti assicurativi.

«L’Allianz Risk Barometer 2021 è chiaramente dominato da tre rischi legati alla pandemia di Covid-19. I rischi interruzione di esercizio, pandemia e sinistri informatici sono strettamente collegati tra loro e mettono in evidenza la crescente vulnerabilità del mondo altamente globalizzato e interconnesso in cui viviamo», afferma Joachim Müller, CEO di AGCS. «La pandemia di Coronavirus ci ricorda quanto sia importante rafforzare la gestione dei rischi e il Business Continuity Management per attrezzarsi meglio, come impresa, contro gli eventi estremi e poterli superare. Mentre la pandemia continua a tenere in scacco numerosi Paesi in tutto il mondo, dobbiamo prepararci a fare i conti con una maggiore frequenza di situazioni estreme: ad esempio un blocco globale dei servizi cloud o un attacco informatico su scala mondiale, catastrofi naturali causate dal cambiamento climatico o addirittura una nuova epidemia».

La crisi da Coronavirus continua a rappresentare una minaccia concreta per la sicurezza individuale e per le imprese, tanto che il rischio pandemia ha fatto passare in secondo piano altri pericoli scalando la classifica dal quindicesimo al secondo posto a livello mondiale. Il fatto che, prima del Coronavirus, questo rischio non abbia mai superato il sedicesimo posto in classifica nelle dieci edizioni dell’Allianz Risk Barometer dimostra quanto fosse sottovalutato. Nel 2021 è invece il rischio più temuto in 16 Paesi e uno dei tre più temuti in tutti i continenti e in 35 dei 38 Paesi considerati. 

Interruzione di esercizio (al primo posto con il 58% delle risposte), sinistri informatici (56%) e pandemia (48%) dominano la classifica anche in Svizzera, anche se qui le imprese continuano a temere i danni informatici (secondo posto) più delle conseguenze della pandemia (terzo posto). Rispetto all’anno scorso hanno perso una posizione i cambiamenti a livello giuridico (quarto posto con il 24% delle risposte), come ad esempio guerre commerciali e dazi, protezionismo e sanzioni economiche. In controtendenza rispetto alla discesa registrata nella classifica mondiale, nel nostro Paese il rischio legato ai cambiamenti climatici e alla crescente variabilità meteorologica entra per la prima volta nella top ten, collocandosi al settimo posto (12% delle risposte).

L’interruzione di esercizio ha già occupato per sette volte in passato il vertice della classifica dell’Allianz Risk Barometer, e ci ritorna quest’anno dopo essere stata superata dai rischi informatici nel 2020. La pandemia ci ha dimostrato che le interruzioni di esercizio di portata globale non sono solo un pericolo teorico, ma una minaccia concreta che può determinare enormi perdite di fatturato e bloccare la produzione, l’operatività e le catene di approvvigionamento delle imprese. Il 59% dei partecipanti al sondaggio ha citato la pandemia come la prima possibile causa di interruzione di esercizio nel 2021, seguita dai sinistri informatici (46%) e da catastrofi naturali, incendi ed esplosioni (rischi che hanno ottenuto circa il 30% delle risposte ciascuno).

La pandemia si inserisce così nell’elenco crescente dei casi di interruzione di esercizio non preceduti da danni materiali come guasti informatici o elettrici. «Le conseguenze della pandemia – più digitalizzazione, più lavoro da casa e una maggiore dipendenza dalla tecnologia nelle imprese e nella società – probabilmente determineranno un aumento dei rischi di interruzione di esercizio in Svizzera», spiega Christoph Müller, Country Manager AGCS in Svizzera. Per contrastare questa maggiore vulnerabilità, molte imprese vogliono ora rafforzare i propri processi operativi e le catene di approvvigionamento. Secondo i partecipanti all’Allianz Risk Barometer, il miglioramento del Business Continuity Management è la misura più importante che le aziende intendono attuare (62%), seguita dall’impiego di fornitori alternativi o di più fornitori (45%), dagli investimenti nelle catene di approvvigionamento digitali (32%) e da miglioramenti nella scelta e nella verifica dei fornitori (31%). 

I sinistri informatici sono scesi al terzo posto nel ranking mondiale, ma rimangono comunque uno dei pericoli principali, con una percentuale di risposte più alta che nel 2020, e continuano a rappresentare uno dei tre rischi più temuti in molti Paesi, tra cui la Svizzera (dove occupano il secondo posto). Anche la spinta data dalla pandemia alla digitalizzazione e al telelavoro ha ulteriormente acuito i punti deboli delle infrastrutture informatiche. Secondo INTERPOL, gli attacchi di malware e ransomware sono aumentati di oltre un terzo nel 2020 in seguito alla pandemia, mentre i casi di phishing e truffa hanno registrato un incremento addirittura del 50%. I già frequenti attacchi di ransomware continuano a crescere e colpiscono sempre di più le grandi imprese chiedendo riscatti elevati, come si può apprendere dal rapporto di AGCS sulle tendenze relative ai rischi informatici.

«La pandemia di Covid-19 ha mostrato con che velocità i criminali informatici sanno adattarsi al mutare delle circostanze. La spinta alla digitalizzazione generata dalla pandemia ha creato nuove possibilità di attacco. Emergono continuamente nuove tipologie di sinistri informatici», spiega Catharina Richter, responsabile globale dell’Allianz Cyber Center of Competence presso AGCS.

Ulteriori informazioni sui risultati dell’Allianz Risk Barometer 2021 sono disponibili qui:

https://www.agcs.allianz.com/news-and-insights/reports/allianz-risk-barometer.html

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