Mobilità

La mobilità del futuro

Mobiliaet Spotlight 2023
Il tema della mobilità del futuro è diventato sempre più rilevante negli ultimi anni. Come ci sposteremo in futuro? Quali condizioni quadro saranno necessarie? E come ci prepariamo alla mobilità del domani? Facciamo chiarezza.
Testo: Nina Sigrist | Tempo di lettura: 2 minuti

→ Fatti e numeri

Ogni giorno gli svizzeri trascorrono 80 minuti nel traffico, di cui 42 minuti nel tempo libero.
 

In futuro sarà ancora permesso guidare in città?

Guidare in città sta diventando sempre più costoso. Molte città europee hanno già introdotto «zone a basse emissioni». Chi vuole guidare in queste zone ha bisogno di un apposito bollino a pagamento, e si applicano restrizioni all’accesso a seconda del livello di emissioni inquinanti.

Un altro approccio è quello del pedaggio urbano per il trasporto individuale motorizzato: in questo caso gli automobilisti devono pagare una tassa per poter guidare, ad esempio, nel centro città. Il pedaggio urbano viene già applicato con successo in metropoli come Oslo o Londra. Per il futuro sono ipotizzabili anche centri urbani completamente privi di auto. Per saperne di più, leggete l’intervista al professor Andreas Herrmann.

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La potenza di calcolo richiesta dalla guida automatica è approssimativamente equivalente a quella di 15 laptop. Si tratta di circa cinque gigabyte di dati al minuto.

Dormire alla guida?

In futuro i veicoli a guida autonoma saranno sempre più diffusi. La speranza è che questi possano portare una maggiore sicurezza sulle strade e allo stesso tempo ridurre il caos del traffico nelle grandi città. Tuttavia, ci sono ancora molti ostacoli da superare prima che le auto a guida autonoma entrino a far parte della nostra quotidianità. In particolare, c’è bisogno di:

  • una copertura telefonica mobile capillare, in modo che i veicoli possano comunicare tra loro e l’intelligenza artificiale di cui sono dotati possa accedere a mappe e dati sul traffico;
  • un’infrastruttura rilevabile dai sensori dei veicoli;
  • un quadro normativo che consenta la guida senza mani sul volante.

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Il 46 % dei giovani che vivono in città pensa di poter rinunciare all’auto di proprietà.

L’auto come status symbol?

L’auto privata come mezzo di trasporto principale perderà importanza in futuro. Piuttosto, il veicolo di proprietà sarà sempre più considerato uno status symbol, paragonabile a un bell’orologio da polso che serve più come gioiello che come strumento per indicare il tempo.

Grazie agli smartphone e alle app, negli ultimi anni sono emersi diversi modelli di car sharing, ride sharing e park sharing. Oltre alla condivisione, sta diventando sempre più popolare anche il noleggio, cioè l’auto in abbonamento.

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La rinuncia alla pelle nei veicoli riduce le emissioni di CO₂ dell’85 %.

Fibre di cactus al posto della pelle: la sostenibilità conquista anche gli interni?

Da tempo le case automobilistiche utilizzano materie prime riciclate e rinnovabili come bottiglie in PET non più riutilizzabili, vecchi abiti, fibre di lino e scarti di produzione. E in futuro i consumatori dovranno poter riconoscere facilmente chi si impegna in questo senso, perché la sostenibilità si sta affermando in tutti i settori.

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