Svariati anni fa, Geza Scholtz si era messo in testa di convincere il fondatore della Virgin Richard Branson a buttarsi in un’avventura di kitesurf insieme a lui e a suo fratello André. Un’impresa impossibile, penserebbero i più. Non però per Geza Scholtz. Dopo tantissimi tentativi di contatto andati a vuoto, ha incontrato un alpinista americano che aveva partecipato a una spedizione in Groenlandia insieme a Branson. L’incontro con il famoso pioniere del kitesurf alla fine è avvenuto. Già il fatto di aver potuto parlare con un imprenditore di grande successo è stato molto stimolante. Inoltre, il contatto con l’alpinista era stato sufficiente a guadagnare un nuovo sponsor. André Scholtz racconta così l’esperienza:
«In un’impresa di successo a volte bisogna battere strade inconsuete. Alla fine a trovare applicazione pratica sono proprio le idee pazze che escono dal seminato. Idee che ti spingono a dare il massimo. Non mancano ovviamente gli ostacoli; importante è non restare fermi davanti a loro ma piuttosto vedere se è possibile aggirarli, se c’è una via di uscita. Bisogna essere caparbi e non mollare».
I due dentisti non si definiscono kitesurfer con propensione all’avventura. Del resto, non sono i migliori kitesurfer nemmeno del Paese. Geza e André Scholtz si sentono più degli amanti dell’avventura con una passione per il kitesurf, a cui si aggiungono poi tanti altri progetti. André lavora attualmente alla sua tesi di dottorato presso l’università di Zurigo e Geza si è messo in testa di progettare un bell’impianto di condizionamento. Entrambi sono impegnati per il 60% presso il loro studio dentistico e svolgono con responsabilità il loro lavoro nei confronti dei pazienti, dell’impresa e dei collaboratori. Occorrono disciplina, organizzazione e buone capacità di pianificare e gestire il tempo per riuscire a mettere d’accordo creatività e spirito imprenditoriale con il lavoro. Ma non è proprio questo il tipo di barriere contro cui cozza quell’istinto per la libertà tipico di chi ama l’avventura? Su questo punto emergono le differenze tra i fratelli, che André sintetizza così:
«Mentre Geza fondamentalmente è molto disciplinato, io mi lascio distrarre facilmente. Quando fa bello, la sera mi catapulto subito al lago a fare kitesurf, anziché finire di compilare i referti dei pazienti. Geza, invece, sta ancora un paio d’ore davanti al computer. Insomma, viviamo la nostra vita quotidiana in maniera molto diversa. Quando però c’è un obiettivo più importante all’orizzonte, allora mi metto in riga anch’io e insieme non molliamo finché non abbiamo fatto un passo avanti e non abbiamo messo in pratica l’idea che avevamo».
L’idea della spedizione con i kitesurf in Groenlandia è venuta a Geza in autobus tornando a casa. Entrambi i tentativi di attraversare lo Stretto di Bering tra l’Alaska e la Siberia del 2010 e del 2011 sono falliti, e Geza sapeva che la strada da percorrere sarebbe stata lunga e piena di ostacoli. Il fatto di aver potuto mostrare a 1700 spettatori il film di quest’avventura su uno schermo di 300 mq all'Allianz Cinema basta a provare che, con una sufficiente dose di perseveranza, tutto si può fare.