Wim Ouboter ama il rischio: un’inclinazione che lo ha fatto arrivare dove è arrivato ma che gli è costato anche qualche bruciante sconfitta. Oggi con il Microlino tenta un altro passo nel futuro della mobilità urbana.

Il micro scooter se lo ricordano probabilmente tutti: era il 2000 quando all’improvviso tutti cominciarono ad andare in giro con il Kickboard. Un successo, quello di allora, costellato comunque di difficoltà. Wim Ouboter, fondatore e CEO di Micro, oggi cinquantottenne, ricorda ancora bene quegli inizi. «Io le idee le avevo molto chiare, ma convincere gli altri fu tutt’altro che facile. Ci sono voluti una buona dose di coraggio e tenacia».

Io le idee le avevo molto chiare

La ricerca di un fabbricante portò allora Ouboter e il suo prototipo a Monaco di Baviera, a Seattle e a Taiwan, e non furono sempre rose e fiori. Ci fu un rifiuto in particolare che Ouboter non ha dimenticato, quando gli dissero che nessuno avrebbe avuto il coraggio di farsi vedere in giro con quel trabiccolo. Curiosamente fu proprio quel fabbricante, poco tempo dopo, a fargli esporre i  prototipi ad una fiera sportiva: i kickboard divennero addirittura l’attrazione principale dell’evento.

Il successo arrivò in fretta e spinse altrettanto in fretta sul mercato altri produttori, che copiarono il prodotto. Senza lasciarsi scoraggiare, Ouboter ha continuato a partorire nuove idee. «Ogni medaglia ha due facce, basta saper cambiare prospettiva»: così il nostro spiega il suo incrollabile ottimismo. In quel periodo gli è stata vicino anche la sua famiglia, la moglie Janine e i figli Oliver e Merlin (rispettivamente di 24 e 23 anni), anch’essi parte dell’azienda.

«Condurre un’impresa familiare è sempre stato il mio sogno. Portiamo avanti un progetto comune che accende sempre interessanti discussioni quando siamo/ci troviamo a tavola». Per Ouboter è importante rendere partecipi i figli della vita dell’impresa, anche trasferendo loro delle responsabilità. Ciascuno fa quello che sa fare meglio: Wim gestisce l’attività vera e propria dell’impresa, la moglie si occupa della gestione finanziaria e i figli sono responsabili del reparto di marketing.

Condurre un'impresa familiare è sempre stato il mio sogno

La famiglia come avventura
Avere una famiglia non è sempre stato nei programmi di Wim Ouboter. «Volevo vivere all’avventura. La cosa più bella per me era non sapere cosa avrei fatto il giorno dopo, e questo non si conciliava per niente con l’idea di metter su famiglia». Come abbiamo visto, le cose sono andate diversamente e oggi Outboter ne è felice di essere sposato e avere dei figli. «In parte mi riconosco ei miei figli e so che posso trasmettere loro qualcosa», aggiunge con una nota di sentimentalismo. Oggi Ouboter pensa che passerà presto il testimone ai figli e per facilitare la transizione ha cercato un progetto tutto per loro. Ed è qui che entra in gioco la Microlino, nato dall’idea di creare uno scooter cabinato moderno, piccolo, agile, salvaspazio e rispettoso dell’ambiente.

Microlino
La Microlino arriverà sul mercato in primavera. Ispirandosi agli analoghi modelli degli anni ’50, Micro ha voluto sviluppare un veicolo urbano elettrico più grande di una moto ma più piccolo di un’auto. «La Microlino non è un’auto, piuttosto una piccola citycar elettrica», tiene a precisare Ouboter. Il veicolo ha un’autonomia massima di 200 km e può raggiungere una velocità  di 90 km orari. Con una lunghezza di appena 2.4 metri – 4 casse di birra entrano facilmente nel bagagliaio! – la Microlino può essere parcheggiata anche di traverso. Per gli sviluppatori era particolarmente importante che il veicolo fosse rispettoso dell’ambiente. Grazie al peso contenuto, la Microlino consuma circa il 60% di energia in meno rispetto alle altre auto elettriche e può essere ricaricata collegandola ad una normale presa di corrente domestica. Questo è il futuro della mobilità urbana!

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